2011/03/05

L'idea e il suo riflesso telematico

... il digitale ha (sia pure indirettamente) rilanciato l'industria dei concerti live che ha quasi quintuplicato il fatturato dal 1995 al 2009 (da 1,8 a 8 miliardi di dollari).
http://www.businessinsider.com/chart-of-the-day-music-industry-sales-2011-2
Il grafico di Businessinsider.com mostra che inizia il crollo delle vendite di contenuti musicali su supporto tradizionale, a partire dal 1999, l'anno in cui Napster era divenuto popolare...
Il digitale nel campo della musica non ha determinato solo la sostituzione di un supporto con un altro, ma il ritorno al live (la fascia rossa di downloads rimane minimale).
Personalmente quando dico che il digitale sta aprendo una nuova epoca di tradizione orale, intendo dire proprio questo: che grazie al digitale sta nascendo la fame di informazione viva e (come nei cibi) ci si allontana progressivamente dalla necessità del pastorizzato, inscatolato, impacchettato.
Ci si allontana dall'informazione "sicura" "garantita", predigerita. Si opta per la partecipazione in tempo reale.
Ci sará qualche gastrite in più... ma la mozzarella non sterile é certamente più saporita di quella sterilizzata.
Idem per le informazioni (che odio chiamare "content", in quanto implica la necessità del packaging).
Finalmente l'informazione viaggia libera, virale, infettiva, non più prigioniera di papiri, codici, libri, gazzette, giornali, radiogiornali, cinegiornali, telegiornali, ... blog.
Di cellulare in cellulare. Di mail in mail.
In tempo reale...
http://www.alarabiya.net/articles/2011/02/11/137245.html
Ormai la storia la si fa e la si riprende, al tempo stesso.
Fare la storia, oramai, vuol dire trasmettersi mentre la si fa.
Vuol dire costruire una catena di eventi riflessa da una rete di specchi digitali.
Mai il confine fra fatto e rappresentazione del fatto é stato più labile, e l'interazione più circolare ed imprevedibile.
Come gli eventi di questi giorni.

2011/02/13

Love ?

What's someone's desperate determination to be the agent of someone else's happiness?
http://www.youtube.com/watch?v=ZisWjdjs-gM&NR=1&feature=fvwp
Let's go 4 it !

2011/02/03

Knowledge Economy e Professioni "protette"


L'immagine che allego pubblicata su http://www.economist.com/node/17929013?story_id=17929013, mostra che l'indice di ineguaglianza fra ricchi e poveri a livello globale si sta riducendo.
Dal punto di vista del 90% della popolazione mondiale, il mondo sta diventando un posto meno ineguale.
Considerato che circa due miliardi di persone vivono con circa 1000 euro all'anno a testa, si tratta di una meravigliosa notizia.

Contemporaneamente, nei principali paesi OECD nonché in India e Cina negli ultimi 20 anni l'indice GINI di ineguaglianza é aumentato.
Ciò é dovuto all'aumento del reddito delle persone munite di un titolo di laurea (un aumento di quasi il 30% nello stesso periodo di tempo), mentre il reddito dei diplomati (di scuola secondaria) é risultato stagnante, se non in flessione.

Nelle libere professioni "protette", tuttavia, il trend degli ultimi 20 anni nei paesi OECD (non in India e Cina) é stato negativo. Nel complesso negli ultimi anni a livello OECD si é avuto un indebolimento del reddito professionale: di quasi il 60% per i medici (tranne che negli USA), del 20% per le professioni legali.
Con il risultato che il reddito medio dei laureati in economia che non svolgono una professione protetta in alcuni paesi ha superato il reddito dei commercialisti, periti industriali, commerciali etc. .

Eppure...
100 anni fa quasi l'80% del reddito dell'1% più ricco, derivava dalla proprietà. Oggi il 70% del reddito del medesimo 1% deriva dal lavoro.
Anche questo trend, non sembra disdicevole sul piano morale e politico.

Al di là delle considerazioni morali, nessun governo del mondo é in grado di controllare o anche solo cambiare questi macro-trend economici.
I dati mostrano che la redistribuzione fiscale da sola non funziona (né sul piano sociale, né sul piano economico, nè sul piano politico).
Pertanto i governi OECD cercano di redistribuire il reddito (verso i ceti medi) usando due strumenti che (almeno fin'ora) hanno "ben funzionato" (anche perché meno invisi di un aumento delle tasse):
---- a) riducendo le situazioni di oligopolio controllato dallo stato (i.e. "libere" professioni);
---- b) agevolando in modo abnorme l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa.

Pertanto il "sapere" é premiante nei paesi OECD, soprattutto fuori del contesto delle "professioni protette", che negli ultimi 20 anni hanno subito un "doppio prelievo" da parte dello stato (prelievo fiscale e prelievo di competenze, redistribuite sotto l'egida delle "liberalizzazioni").

Il vero problema che assilla le libere professioni OECD, non é quello della riduzione delle competenze o della negoziabilità delle tariffe.
Il problema é il crollo della redditività marginale della libera professione.
L'economia neglio ultimi 20 anni ha premiato soprattutto la capacità di innovare, di scoprire nuovi mercati (Microsoft, SAP, Oracle, Google, Facebook, Apple, HTC, Tata, ...)
50 anni fa il guadagno giornaliero di un professionista spesso era un multiplo del reddito medio mensile di un impiegato (vi erano meno professionisti ed avevano una marginalità molto maggiore).
Oggi non é più così. E non (solo) perché sono crollate le tariffe. Soprattutto perchè sono esplosi i costi ed e crollata la produttività degli studi professionali che non hanno innovato i loro processi al medesimo ritmo in cui é cambiata l'economia e la società.

Per cui in un mondo che va decisamente nella direzione giusta (meno povertà, più reddito da lavoro e meno rendite di posizione), i professionisti "protetti" si lamentano di essere lasciati ... "indietro".
Come se la protezione delle loro tariffe e delle loro competenze potesse riportare loro (o il mondo) indietro di 50 anni.

Ma che fine faranno i diritti (anche costituzionalmente protetti) dei cittadini (giusto processo, salute, pensiero e stampa, istruzione, ecc.), se le libere professioni (non piú) protette sprofondano socialmente?
Nasceranno dei nuovi diritti costituzionali, sostitutivi o integrativi? ... al software libero/open, alla net-neutrality, ... ?
L'innovazione, alla fine, salverà o darà il colpo di grazia alle libere professioni tradizionali ed ai diritti di cui esse erano custodi ?